In seguito, grazie soprattutto alle lezioni di Conti, riuscii a diventare quasi un’oratrice! Quando fui in grado di portare avanti un discorso senza incespicare nelle parole, quando imparai che “…più parli a voce contenuta e più ti ascoltano”, quando seppi limitare i gesti ad un lieve movimento della mano, fui inserita ufficialmente nelle liste dei propagandisti e, nelle prime elezioni amministrative di Roma, il mio nome figurava tra gli ottanta candidati del partito repubblicano! Naturalmente, nessuna probabilità di essere eletta, ma oramai ero stata lanciata sulla strada politica e sino a che il mio entusiasmo non fu deluso, vi rimasi. Ebbi il loto voto, che meritavo fiducia ed un ignoto, entusiasta, solitario ammiratore, ebbe il coraggio di scrivere su di un muro di Tor Pignattara: VIVA MATILDE CESTELLI DEL P.R.I.
Che potevo volere di più!
Quante volte ho accompagnato Conti come… violino di spalla, durante le campagne elettorali! Potevo così aver modo di vedere come lui avvicinava la gente, quali insegnamenti dava loro; se, per esempio, arrivava in qualche paese dove lo stava aspettando un palco solennemente addobbato, lanciava sguardi crucciati ai repubblicani che erano venuti ad accoglierlo, dicendo loro:
– Ma cos’è? Una fiera..? Per parlare tra amici basta sedere su di un muricciolo. E lo faceva! E se qualcuno osava gridare “Viva l’On. Conti” battendo le mani, allora veramente andava sulle furie
– Non dovete applaudire gli uomini… le idee… le idee sono quelle che contano.