Quando in seguito la rivista Rinascita diretta da Togliatti venne a stampare alla Gate Togliatti stesso sperimentò questa apparecchiatura infernale. Veniva in tipografia a correggersi il suo editoriale e lo facevano accomodare nel nostro reparto. Quando le bozze erano pronte gliele portavano cortesemente a mano e lui se le riguardava con la famosa penna verde. La posta però funzionava ugualmente per noi e la prima volta che Togliatti venne si mise proprio davanti al canestro. Quando il primo bossolo arrivò all’improvviso fece un salto sulla sedia e credo che rischiasse l’infarto. Già che siamo in argomento dirò le poche cose su Togliatti. All’apparenza sembrava un ometto insignificante ma doveva avere una grande personalità vista la deferenza da cui era circondato. In genere si metteva a lavorare al mio tavolo quasi di fronte a me, essendo il tavolo più libero, l’ultimo essendo spesso occupato da una rivista socialista della corrente di sinistra diretta da Vecchietti. A tal proposito una volta che c’era Vecchietti, dopo aver visto il suo articolo, si spostò al suo tavolo e confabulò a lungo con lui. Era l’epoca in cui la corrente di sinistra del Psi stava per staccarsi dal partito. Benché parlassero piano riuscii a capire che Togliatti non era d’accordo per la scissione e sosteneva che era sempre meglio rimanere nel partito. Comunque poi la scissione ci fu.
Una volta venne con lui l’allora compagna Nilde Jotti, che si mise a sedere di fronte a me in paziente attesa che Togliatti finisse di riguardarsi il suo articolo. Poi all’improvviso ruppe il silenzio chiedendomi di poter usare il telefono del reparto. Io le dissi che bisognava fare prima lo zero per prendere la linea. Sentendo una voce estranea davanti a lui Togliatti alzò all’improvviso la testa e mi rivolse uno sguardo che è difficile da dimenticare. Come ho detto sembrava un ometto insignificante, salutava cortesemente e ti guardava come se non ti vedesse, ma in quel momento quello sguardo aveva qualcosa di non comune. Mentre in un lampo ci guardavamo vidi degli occhietti chiari di una freddezza mai vista, mi sentii come nudo davanti a uno che mi stava facendo la radiografia. Subito abbassò la testa sulla bozza valutandomi probabilmente insignificante, forse anche pentito di essersi mostrato diverso dal suo atteggiamento pubblico, doveva aver reagito quasi automaticamente disturbato dalla mia voce. Ripensai spesso a quello sguardo ma non ricordo di averne mai visti di simili anche se in tipografia si aveva l’occasione di incontrare vari dirigenti e personaggi importanti.