La fine della guerra aveva portato una gioia liberatoria dalla paura, dalle sofferenze, dalla morte, ma in fondo al cuore rimanevano le ferite del dolore e nelle menti gli orrori vissuti. Pensare di ricominciare a vivere nella pace risvegliava altre speranze di una vita migliore di prima, con più giustizia, più lavoro, più benessere e questo dava la forza di guardare oltre quel buio e assaporare la vita per le gioie che ti porta. Come quella primavera d’Aprile, che ti fa spalancare le finestre per far uscire l’aria fredda e umida dell’inverno, l’odore del fumo del camino, della muffa dei muri, per fare entrare la luce tiepida, l’odore fresco dei fiori e puoi gettare le scarpe nel fienile per correre a piedi scalzi sui prati e sentire l’erba ancora tenera sotto i piedi che ti fa una dolce carezza e ti senti libero e felice.