Subito dopo il rientro a Roma, chiesi ed ottenni l’iscrizione al PCI, cui avevo aderito idealmente sin dalla sua fondazione. Ma ora, avevo il piacere e l’onore di partecipare e di portare il mio contributo fattivo a quella organizzazione politica che avevo visto nascere, crescere e battersi valorosamente contro la tirannide fascista e che, comunque, era il partito che più di ogni altro contribuiva alla lotta per la libertà, la giustizia e l’eliminazione dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo. Fu forse la prima volta che vi militavo, poiché non ricordo esattamente se, intorno al 1930, durante la parte finale della mia permanenza a Terni, ebbi già la tessera della FGCI. Prima attività politica a Roma, alla sezione Prenestina in via La Spezia, di cui era segretario Morgia (già comandante partigiano) ed in cui il compagno D’Onofrio ci onorava della sua presenza durante qualche riunione di sera, dopo il suo lavoro di segretario della Federazione romana, poiché abitava nel quartiere. Fra le varie attività, da svolgere singolarmente o collegialmente, ebbi l’incarico di preparare gli argomenti per un comizio, da tenersi in piazza Ragusa, sul problema della casa e della politica dei comunisti per recuperare e distribuire alloggi alle famiglie bisognose, che ancora oggi è un problema lungi dall’essere risolto. Mi sono trovato improvvisamente in cima ad un palco, all’angolo della vasta piazza e con un discreto uditorio di fronte. Ricordo tutto benissimo: tremavo da capo a piedi e, se non avessi avuto gli appunti a portata di mano, forse avrei dimenticato anche gli elementi di base, che con tanta cura mi ero preparato e ripetuto nel corso di una settimana.