Ci aspettavano anni di duro lavoro, e un impegno costante: ma ce l’avremmo fatta. Ma come doveva essere la nuova Italia, quale paese noi volevamo e sognavamo? Doveva essere ancora monarchico o repubblicano? Il 2 giugno 1946, fummo chiamati a scegliere e votammo per la repubblica.
In quell’occasione si recarono alle urne per la prima volta anche le donne: era una delle prime grandi conquiste che la democrazia ci offriva, niente più discriminazione verso nessuno. Sempre il due giugno di quell’anno eleggemmo anche l’Assemblea Costituente. Un parlamento che doveva scrivere il testo della nuova Costituzione dello Stato.
Nel dicembre del 1947 fu approvata la nuova Costituzione repubblicana, che entrò in vigore il primo gennaio 1948. Con questo nuovo atto eravamo pronti per il voto. Il 18 aprile gli italiani furono chiamati alle urne per eleggere il primo parlamento italiano: con quest’azione la democrazia e la libertà avevano definitivamente vinto, niente più dittature. Con le regole democratiche e costituzionali ben scritte e con il voto del 18 aprile il nostro paese si avviava ad affrontare gli anni difficili della ricostruzione e il 1950.
Nel nostro paese c’era in sostanza da rifare tutto. Insieme alle case, alle fabbriche, alle strade dovevano ricostruire anche la nostra identità civile e morale, dovevamo abituarci a vivere democraticamente, e vista la situazione caotica che regnava in quegli anni, non era una cosa proprio semplice.
Le condizioni del paese erano disastrose, eppure sapemmo reagire aggredendo e fronteggiando con operosità e fiducia questa drammatica situazione.