Mi ricordo che un anno che lavoravo alla Ca’ Nova di Fano, era arrivato il tempo della mietitura e poi anche quello della trebbiatura e il padrone, che aveva appena comperato il podere e non sapeva come condurlo, non ci aveva ancora pagato. Io ero in malattia, gli operai fanno sciopero e mi viene a trovare il capolega per dirmi che era arrivata la celere e aveva portato in galera dei lavoratori e fra questi c’era mio fratello. Io decido di andare a parlare col padrone e gli dico che entro sera deve trovare il modo di far uscire dalla prigione tutti i lavoratori. Lui mi risponde che non sa come fare, e io gli rispondo che deve trovare il modo perché altrimenti il giorno dopo mi sarei presentata davanti all’azienda con cinquanta donne. “Proverò, proverò” mi dice. Alle dieci di sera gli operai sono usciti dal carcere. Tutto è finito per il meglio.