Alla fine, il rappresentante del partito Repubblicano, un caro uomo di Terracina, Toto Pernarella, dalle guance talmente grassocce e sporgenti che facevano un “tutto tondo” tra testa e mento, parlando “fervorosamènte” del suo partito, mi convinse ad andare a trovare l’On. Giovanni Conti. Confesso che fino ad allora la mia conoscenza del partito repubblicano era vaga… e risorgimentale… Mazzini… Garibaldi… i Carbonari… Qualche settimana prima, avevo conosciuto una simpaticissima persona, l’On.Cino Macrelli, che aveva all’occhiello una foglia d’edera in smalto verde. Avevo esclamato: “Che graziosa spilla!!” “Non è una spilla…” aveva replicato sorridendo. “È l’emblema del mio Partito”. Questo, per dare un’idea della mia ignoranza in materia.
Comunque, seguii il consiglio di Pernarella ed andai a trovare Giovanni Conti. Salii le molte scale della casa in cui abitava, in via Campo Marzio ed arrivai dinanzi ad un corridoio che immetteva nel suo studio; corridoio e studio erano rivestiti dal pavimento al soffitto, da alti scaffali pieni zeppi di libri: e dietro la scrivania, lui, Giovanni Conti, dalla bianca testa scarmigliata, dal viso, ad un tempo, aperto e severo, con un luccichio di sorriso in fondo agli occhi.
Mi aspettava: ci stringemmo la mano e cominciò a parlare. Parlare ? No, non é esatto…raccontava, dell’antifascismo, delle persecuzioni, di Pietro Nenni, dei repubblicani di Romagna, e sempre raccontando, ogni tanto si alzava, frugava sicuro tra i suoi libri e ne traeva il volume, il fascicolo, la lettera, che poteva servire a chiarire il suo racconto.
Affascinata dalla personalità di Conti e dai concetti che andava esponendo, dissi timidamente:
– Penso proprio che potrei iscrivermi al partito Repubblicano…
Conti mi guardò sorridendo e mi chiese:
– E degli a1tri partiti che ne sai ?
– Poco.. ammisi sinceramente, quel poco che me ne hanno detto in Comitato…
– Bene, rispose, allora dà retta a me… in via Giustiniani, vicino al Pantheon, ogni mercoledì i rappresentanti dei vari partiti tengono conferenze politiche nelle quali illustrano i programmi e le finalità che intendono attuare e raggiungere. Tu va, ascolta, rifletti, e se – alla fine – troverai che veramente il Partito Repubblicano va bene per te, ritorna qui: firmerò io stesso la tua domanda di iscrizione.
Seguii il suo consiglio e dopo un paio di mesi tornai da lui; e la mia domanda, che doveva essere controfirmata da due iscritti, portò l’avallo di Giovanni Conti e di Toto Pernarella.
La descrizione dei miei primi, pavidi passi in un partito politico, l’ho ritrovata in qualche foglio rimasto tra le mie carte primo il primo dei quali è datato “12 settembre 1945”. Ne riporto alcuni brani che conservano, intatta, la freschezza e l’immediatezza di quella mia esperienza:
“Ho salito oggi per la prima volta le scale di un partito politico: scale ampie, solenni e, purtroppo, molto ripide. La bicicletta mi pesa, a trascinarla cosi, di rampa in rampa; ma, d’altra parte, le passate esperienze mi sconsigliano di lasciarla in portineria… Al secondo piano mi fermo, un po’ affannata; su di una porta, a sinistra, una targa con su scritto “Partito Repubblicano”, e all’interno c’è Toto Pernarella che mi sta aspettando.
Mi piace proprio questo piccolo partito, modesto nei mezzi e nel numero degli iscritti, ma così ricco di tradizioni e di calda umanità, che mi ricorda un “vecchio signore” dal passato un po’ burrascoso che, dopo un periodo di forzata stasi, è pronto a ritornare in battaglia.
Ricevo un’accoglienza affettuosa da parte dei presenti: si avverte un’aria familiare e cordiale e questi visi che oggi mi appaiono confusi, probabilmente in seguito saranno destinati a incasellarsi nel mosaico della mia vita.