Era allora il Pci, negli anni cinquanta, nonostante la delusione delle elezioni del quarantotto, una grossa forza politica. Facevano capo a lui gran parte degli intellettuali in contrapposizione alla piattezza culturale del mondo cattolico e ai suoi tentativi integralistici. […]
In Italia la situazione nel dopoguerra era ancora più complicata perché a livello di propaganda circolavano ancora gli slogan lenisti ma bisognava anche trovare nuovi fondamenti ideologici per spiegare la transizione democratica verso il socialismo. Nell’immediato si seguì la vecchia strada, istigare cioè l’invidia delle masse attraverso i sindacati e il partito contro i ricchi e i padroni per indebolire il governo che li rappresentava. Ma fu controproducente e le elezioni dl 48 ne furono un esempio lampante. Allora si cambiò indirizzo.