Le elezioni del 1948
ROTTURA DELL’ALLEANZA ANTIFASCISTA IN ITALIA DOPO LA GUERRA – ELEZIONI DEL 18 APRILE
[…] Queste elezioni si svolsero sotto l’egida dei Comitati civici in un clima segnato da forti contrapposizioni ideologiche all’insegna dell’anticomunismo più sfrenato con lo slogan martellante del ‘salto nel buio’ qualora avessero vinto il P.S.I. e il P.C.I. presentatisi con l’emblema del ‘Fronte democratico popolare’ con l’effige di Garibaldi. La campagna elettorale della D.C. venne portata avanti soprattutto dai Comitati civici di Gedda, affiancati dal clero con processioni religiose e apparizioni della Madonna. Specie nelle ultime settimane ricordo che la propaganda anticomunista svolta molto efficacemente dalle parrocchie persino attraverso i confessionali, raggiunse toni davvero apocalittici, tali da impressionare e orientare in modo particolare l’elettorato femminile che votava per la prima volta. L’ammonimento martellante era ‘con Cristo o contro Cristo’. Da parte del Fronte la propaganda non poteva essere che altrettanto aspra e accompagnata a volte da un pizzico di prosopopea e toni sprezzanti che se non diminuirono, non aumentarono certo le simpatie.
Tuttavia, malgrado i toni della propaganda anticomunista e la preponderanza dei mezzi a disposizione della parte avversaria, sia il P.S.I. che il P.C.I. speravano, se non la vittoria, perlomeno una forte affermazione, del resto temuta in quei giorni dalla stessa D.C. e dalle altre forze.
Quindi la vittoria assoluta arrisa alla Democrazia Cristiana sulla quale si riversarono i voti degli stessi Monarchici che pur avevano una lista propria, fu salutata come ulteriore condizione per portare avanti una certa politica di classe, comunque diversa da quella prospettata dal ‘Fronte’ per andare incontro ai bisogni della popolazione e risolvere i problemi strutturali del Paese.