La campagna elettorale del ’48 fu significativa, in quanto vedeva impegnato il fronte popolare (formato dal Psi e dal PCI, avente come emblema la figura di Garibaldi) contro lo “scudo crociato” della DC.
La sinistra, in questa campagna elettorale, si ergeva come paladina delle conquiste di libertà e progresso e propugnatrice dei diritti dei lavoratori, aspirava giustamente alla guida del Paese. La Democrazia Cristiana, formata da grossi “papaveri” del passato, terrorizzava gli elettori con propaganda oscurantista (“Nella cabina elettorale, io non ti vedo, ma Dio si!”) e anticomunista (“I comunisti mangiano i bambini!” fece molta presa sulle menti semplici della popolazione), ergendosi a difensore della cristianità, quasi volendo sostituirsi al Padre Eterno che ne era naturale detentore. Quanti proseliti ha avuto tale propaganda? Moltissimi, tanto che la vittoria della DC fu schiacciante (48% DC, 32% fronte popolare).
La sconfitta del fronte popolare ha avuto conseguenze nel futuro dell’Italia, con l’alleanza sempre più stretta con l’occidente contro il blocco orientale.
I due blocchi, uniti durante la guerra per liberare l’Europa dal nazifascismo, ora li vedeva divisi da un’assurda “guerra fredda” e con armamenti sempre più sofisticati e dal potere distruttivo inimmaginabile.
Anche il comportamento dei nostri partiti sono stati influenzati dalle posizioni dei due blocchi, tanto che col senno di poi possiamo definire la nostra situazione politica come una democrazia bloccata.