Del ’47, a quindici anni, mi sono iscritta al Partito Socialista. Allora c’era Nenni e da lì ho cominciato la vita politica. L’avevo sempre detto, fin da quando mio papà era stato picchiato dai fascisti, che mi sarei iscritta al Partito che si sarebbe battuto contro il fascismo.
Nel ’57 sono passata al Partito comunista. Non c’è stato niente da discutere né con mio marito né con le mie compagne e compagni perché a quei tempi non c’era una formazione come oggi, erano due partiti molto uniti per lottare, per venire fuori dalla miseria. Ma di politica la mia generazione era informata quando c’erano i comizi.
Nel ’49 ho fondato la sezione delle donne: un mattino vado fuori e faccio casa per casa, sempre a Caprile, e faccio quarantotto donne iscritte al Partito Socialista e così ho organizzato un gruppo di compagne: io, Lodia, Elena, Ernesta, Lucia e insieme alle compagne comuniste Vallì e Eglentina. Portavamo avanti la festa dell’8 marzo, la mimosa casa per casa. Ricordo che sono stata cacciata fuori brutalmente, io e la mia amica Rosina, da un fascista, perché io non faccio differenza, perché la mimosa è un segno di pace.