CONSULTAZIONE ELETTORALE
Il due giugno 1946 gli italiani furono chiamati ad esprimersi sulla forma istituzionale dello Stato. Si trattava di scegliere tra monarchia e repubblica.
L’estate si preannunciava bella; le giornate si succedevano calde e senza nuvole e nell’atmosfera era un’eccitazione piacevole.
Anche Elisa era piena d’animazione. Era come se camminasse più leggermente: un’infinità di idee si affollavano nel suo cervello e si alternavano così rapidamente che non poteva afferrarle.
Si recò con le amiche nel centro del paese per osservare la gente che andava a votare.
L’odore di glicine in fiore la rimandò alla prima infanzia. Si rivedeva con la mamma, la domenica, vestita a festa, passeggiare per il quartiere con l’orecchio costantemente teso al suono delle sirene. E il giardino con le siepi di bosso restava sempre nella sua mente come una visione preziosa. Conservava un ottimo ricordo della mamma, offuscato appena dalla memoria delle orazioni serali. Molta gente affollava la piazza principale: persone con la faccia stupida, uomini che agitavano la scheda elettorale come fosse un trofeo. Costoro, appena ieri costretti alla fame, adesso arricciavano il naso davanti alle trattorie casalinghe e lamentavano l’assenza in paese di ristoranti . Guardateli un po’ “ – sbottavano i nativi nella loro rudezza ligure – “sino a ieri mangiavano topi e adesso hanno tante storie”.