Ricordo il volto di Garibaldi impresso sui muri delle strade, con il classico berretto rosso, che invitata a votare per il Fronte Popolare; dove abitava mia nonna a Messina, agli inizi del quartiere Giostra; per diversi anni questa immagini mi fecero compagnia perché rimasero lì stampigliate, piccole, quasi sbiadite, e nessuno si curò mai di cancellarle, come venne fatto per le famose scritte mussoline. […] Si, io bambino, avevo paura della bandiera rossa e di tutti quelli che animosamente la cantavano, ma la mia era una paura fragile, li vedevo come esseri come me che non potevano farmi del male e che non immaginavo potessero assolutamente fare quello che gli altri raccontavano.