Erano venuti a tenere un comizio per le elezioni politiche che si svolsero nel 1948 quando i comunisti e i socialisti fecero lista unica denominandola “Fronte Democratico Popolare” e rappresentata col simbolo della testa di Garibaldi! Allora la politica era molto sentita perché eravamo appena usciti dal regime fascista e ci stavamo speditamente avviando a quello democratico. Questa era la ragione per cui ogni comizio era straordinariamente affollato, come quella sera qui a Leognano. Non saprei dire quanta gente ci fosse, ma per un paese così piccolo, se non si raggiunse un migliaio di persone, ci andammo molto vicino. Questo perché appena correva voce che ci sarebbe stato un comizio, oltre a quella locale, accorreva gente da tutte le parti. Erano in due, e si spacciarono come professori di filosofia. Dopo aver aspettato con speranza e trepidazione inutilmente l’arrivo di qualcuno di Montorio, dissi a compare Serafino Uccelletti e sarto di Leognano, che in quel momento mi stava vicino: “Compare Fifi, qua non si vede nessuno e lasciare così questi signori, non mi va proprio giù!” “Compare Ruggero, che vuoi fare, ci vuoi andare tu a fare il contraddittorio? Quelli sono due professori di filosofia, a te ti si mangiano”. “Compare”, risposi “per quanto male voglia andare, è sempre meglio andare che non andare”. Quelli intanto sul terrazzino del prete Don Pierino, continuavano a parlare, parlare, ed ogni tanto tornavano con “queste facce di bronzo ecc.”. “Ecco, mi faccio avanti io”. “Ah, finalmente che un comunista ha avuto il coraggio! Abbi pazienza ancora un po’ che terminiamo il comizio, che poi ti chiamiamo noi”. Seguitarono per molto tempo ancora. Finalmente: “Vieni avanti comunista, che possiamo cominciare!”. Tutta quella gente, rimase col fiato sospeso, perché io, un povero operaio, andavo ad affrontare due colossi del sapere, della filosofia! […] “Avete detto che abbiamo offeso Garibaldi, prendendolo a nostro simbolo per nasconderci dietro la sua testa! […] Abbiamo preso la testa di Garibaldi, perché Garibaldi è nostro! E se dovesse risorgere in questo momento, piangerebbe di commozione nel vedere che dopo oltre un secolo, il suo popolo lo venera ancora prendendolo addirittura a suo simbolo!” Altro scroscio di applausi e di “Bravo!”.