Dopo cena ci fu il corteo al suono a distesa del campanone e con la banda fino al Monumento in Piazza; quando si levò l’inno di Mameli i pochi socialisti presenti furono i soli a battere le mani, mentre il segretario fu di nuovo aggredito alle spalle dal Papi furente.
Passarono settimane e poi mesi, ma non succedeva niente di nuovo.
I cattivi non erano stati arrestati e processati, come molti in paese allora, avevano sperato. L’euforia della vittoria in campo nazionale passò presto.