L’ufficio elettorale di Botteghe Oscure era diretto da uno strano personaggio, anziano militante del cui passato si sapeva poco, se non che aveva fatto studi di statistica, Celso Ghini, figura asciutta dall’espressione severa e riservata, occhiali cerchiati di metallo, una folta capigliatura bianca da “scienziato pazzo”, che lavorava silenziosamente in un ufficio piccolissimo e che nei giorni delle elezioni diventava il compagno più richiesto e intervistato di Botteghe Oscure, anche dall’esterno; era considerato uno dei maggiori esperti, in Italia, di flussi elettorali.