Nell’aprile ’53 tenni un comizio senza microfoni (non c’era ancora il rumore delle automobili) ai giovani e ragazze di Cordovado. Appena finito di parlare, si avvicinò il Maresciallo Scognamillio con due Carabinieri e mi disse di seguirlo in caserma. Mentre i giovani aspettavano fuori, egli mi interrogò a lungo, mi fece firmare il verbale e mi disse che avrebbe proceduto alla denuncia perché io “avendo 20 anni e non essendo ancora elettore (allora per la Camera si votava a 21 anni), non avevo diritto di parlare in pubblico”!
Naturalmente la cosa finì in una bolla di sapone.