Arrivai a casa alle sei e mezzo, il sole era già alto. Lungo la strada, che si chiama la “naiana”, avevo raccolto da una siepe una campanula bianca svegliata dal primo sole. Mi vene ad aprire mamma, felice di rivedermi, che abbracciandomi mi domandò: “Com’è andata?”, le porsi l’innocente campanula e mestamente dissi: “Questo è il simbolo che ha vinto, il “bianco fiore”, ci stringemmo piangendo e l’avvenire avrebbe detto con quanta ragione.