Dopo l’eccidio di Modena, nuovo sciopero generale su scala nazionale; fermammo nuovamente le macchine per 24 ore. Quel grave e luttuoso episodio provocò grande emozione e riprovazione, fra le masse lavoratrici e a livello internazionale. Ai funerali parteciparono in prima persona i più prestigiosi dirigenti politici e sindacali, da Togliatti a Di Vittorio. Grande risalto fu dato sulla stampa per alcuni giorni, tanto che io credo che da quel tragico eccidio sia iniziato il tramonto di alcuni dirigenti democristiani, da De Gasperi a Scelba, anche se questi poi per un breve periodo fu primo ministro nel 1955.
Ci furono ulteriori scioperi nel successivo marzo 1950, in opposizione al tentativo dello stesso Scelba di far approvare alcune modifiche peggiorative, di stampo fascista, alle leggi di pubblica sicurezza. Dunque, si proclamò un nuovo sciopero generale ed io personalmente, come dirigente politico di fabbrica, ne assunsi la massima responsabilità, facendo arrestare la produzione in loco e telefonando, come solito, alle altre centrali fuori sede perché avessero aderito alla manifestazione.