Se io ne capivo poco, constatavo però, che molti altri erano come me o peggio, riconoscendo che l’inno che mi piaceva di più di tutti era quello dei lavoratori, detto dell’Internazionale, oppure la popolare, che diceva: «Avanti o popolo alla riscossa, bandiera rossa trionferà!». Erano canti che mi toccavano profondamente. Li ritenevo i canti dei miserabili che anelavano veramente a giustizia, dignità e libertà, oltre che all’uguaglianza di diritti e doveri.
Comunque la mia scelta, tenendo conto di questi miei pensieri, era caduta sulla Democrazia Cristiana. La confusione era al massimo, per quanto riguardava le scelte politiche, ed anche fra i miei amici ferrovieri della stazione, non c’era molta simpatia per la Democrazia Cristiana propendendo più per il Partito Comunista e il Partito Socialista, salvo qualcuno, come nel caso del buon Santino Livraghi, un manovratore molto devoto alla Chiesa, e grande amico del Dragoni. Vittorino, anche se celava la sua idea, avevo capito che il suo cuore batteva per il socialismo.