Non ci frequentavamo al di fuori della scuola, l’unico momento in cui ci scambiavamo qualche parola era durante le pause, anche perché eravamo tutte in condizioni di “analfabetismo lingue”. Durante una di queste pause ci siamo accorte che noi “straniere” facevamo banda a parte. Ci eravamo inconsciamente e lentamente emarginate. Le Francesi non potevano capire i nostri problemi ne volevamo che li capissero. L’unico legame che teneva assieme il gruppo era il nostro mal essere e il nostro stato di considerarci perennemente altrove.
Qui di conseguenza nessun razzismo, solo una volta la ragazza francese di origine martinichese mi ha detto “sono stanca di imparare che i miei antenati erano Galli e biondi” “mia Unica consolazione è che qualche mio antenato ne abbia mangiato qualcun’uno di loro”, lei conosceva un’altra faccia del razzismo: il colonialismo.