Quando frequentavo la quinta elementare, le mie compagne di classe che intendevano continuare a studiare, andavano a lezione privata da una professoressa che le preparava agli esami di ammissione alla scuola media. La mamma non poteva permettersi tale lusso, né mai mi avrebbe mandato da quella professoressa, tra l’altro senza titolo, imparentata con il gabellotto che aveva minacciato mio padre. Ma io volevo assolutamente continuare a studiare. “Non ti preoccupare – mi rassicurava lei – mi impegnerò gli occhi, ma studierai. Te lo giuro!” Ma dove? Come? A Baucina non c’era nemmeno la scuola media!