Si faceva poca politica nelle scuole nel periodo in cui io frequentavo il Liceo Classico, al “Visconti” di Roma, dal 1950 al 1953. La maggior parte dei ragazzi pensava ad altro […] All’interno della scuola il giornale non può circolare, il preside lo ha proibito, forse per una questione di principio forse perché sa che siamo tutti di sinistra, “comunisti”. Io non ho letto un rigo né di Marx, né di Engels o di Gramsci, ho scelto di essere “comunista” aggregandomi ai miei fratelli più grandi, uno dei quali – il maggiore, che fondò con R. ed altri il movimento dei cattolici comunisti – è stato ucciso dai tedeschi alle Fosse Ardeatine nel marzo del 1944 (e tutti i giorni entrando in classe al Visconti passo davanti alla sua lapide scritta, chissà perché, in latino).