29 maggio
Torno a Roma.
Trovo la città in piena campagna elettorale. La popolazione dimostra di parteciparvi intensamente, sente che è un dovere. Qualche elemento dimostra un certo scetticismo, dovuto alla moltiplicazione delle liste, di cui non spiega la necessità, ovvero alla politica poco concludente dei vari partiti; ma la maggioranza appare disciplinata e convinta dell’opportunità di votare.
Da tutte le parti intensa è stata la propaganda contro l’astensione. Non si verificherà certo quanto avvenne nelle elezioni del 1919 da parte delle classi conservatrici! L’afflusso sarà molto elevato.
Tutti i partiti hanno intensificato la loro campagna; manifesti contro manifesti. Anche quello monarchico è stato in queste ultime settimane più attivo. Ciò ha sollevato alquanto i suoi partigiani.
A Roma tuttavia è molto diffuso anche il partito repubblicano tradizionale, che ha voluto mantenersi estraneo al governo e assumere una posizione netta. Ne è la prova la diffusione larga che ha il giornale La Voce Repubblicana.
Previsioni… È molto difficile farne: in genere si avverte che la Monarchia non può restare se non ha una maggioranza notevole. È possibile ciò? Il popolo giudicherà l’istituzione ovvero le persone?
La situazione internazionale, quella interna, le prospettive dell’avvenire certo volgono piuttosto ad una soluzione nuova che ad una tradizionale.
Tuttavia vi hanno elementi di incertezza dovuti alle tendenze prevalenti nell’Italia Meridionale: qui, nel popolo, il Re rappresenta ancora una garanzia, un aiuto, una grande tradizione.
In ogni modo al di sopra di questa questione vi è quella della necessità di evitare una frattura profonda nel paese. Questo comprendono tutti e questa comprensione mi fa essere meno pessimista.