Nasce a Milano il 28 aprile 1896 primogenita di Lucia Cantù, una donna proveniente da una colta famiglia di origini islandesi che partecipa alla gestione della azienda familiare di giocattoli; e di Eugenio Chiesa, mazziniano, tra i fondatori del Partito repubblicano e deputato.
Ha appena due anni quando, nel 1898, segue il padre costretto all’esilio prima a Lugano (Svizzera) e poi a Parigi (Francia). Nel 1903, dopo la nascita della sorella Luciana, si trasferisce con la famiglia a Marina di Massa (Massa-Carrara), sede del collegio elettorale paterno: è in questo periodo che avvia precocemente, a undici anni, l’attività di scrittrice. Mentre frequenta il liceo perfeziona gli studi musicali, diplomandosi in pianoforte e studia diverse lingue straniere. Nel 1919 si laurea in Lettere presso l’Università di Roma e subito dopo si sposa con l’irredentista Nino Tibaldi, dal quale avrà due figli. A partire dagli anni Venti si afferma come scrittrice di romanzi, di studi di divulgazione musicale, di biografie di musicisti; è appassionata e prolifica traduttrice di manuali, di letteratura soprattutto per l’infanzia e per ragazzi, con una predilezione per il genere fiabesco e fantastico, trasmessale dalla cultura nordeuropea materna.
Con il padre, fuoriuscito in Francia dopo il delitto Matteotti, subisce con i familiari il ritiro del passaporto ed è sorvegliata dalla polizia. Nel dopoguerra svolge un’intensa attività politica ispirata agli stessi ideali paterni: quelli repubblicani di Mazzini e federalisti di Cattaneo. Europeista e mondialista, è fautrice di una federazione internazionale dei popoli e del disarmo universale, un obiettivo da realizzare attraverso l’impegno delle donne nelle nuove istituzioni democratiche e nell’associazionismo.
Nel 1948 è candidata dal Pri alle elezioni politiche della prima legislatura ma è dichiarata eletta solo il 6 luglio 1949, grazie ad un nuovo conteggio delle schede che l’anno precedente avevano assegnato il seggio al collega di partito Ferruccio Parri. Una esperienza parlamentare breve ma intensa, utilizzata per presentare dei progetti di legge che sostengono la politica pacifista che persegue con le associazioni come il Consiglio nazionale delle donne italiane e l’Associazione madri unite per la pace. Pubblica due libri di memorie: Nel libro della memoria (1927) e La mia vita politica (1955).
Muore a Milano il 23 giugno 1968.