Nasce a Pola (Croazia) il 23 aprile 1924, in una famiglia colta: la madre, Anita, è una donna determinata e il padre, Luigi, è un notaio cresciuto in territorio austroungarico; ha una sorella minore, Marina. Nel 1930, a seguito di una grave crisi economica della famiglia, si trasferisce a Venezia con la sorella presso degli zii, dove rimane per sei anni. Nel 1937 si ricongiunge ai genitori, a Milano, dove frequenta il Liceo classico Manzoni e poi si iscrive alla facoltà di Lettere moderne, all’Università Statale di Milano, allieva del filosofo Antonio Banfi.
Alla fine del 1941 un bombardamento distrugge la sua casa e torna a Venezia con la sorella, dove rimane sino alla caduta del fascismo per poi ritornare a Milano. Non appena arrivata in città, si mette in contatto col professor Banfi e per suo tramite entra nella Resistenza, col nome di “Miranda”.
Nel 1946 consegue la laurea, trova un impiego all’Enciclopedia Hoepli e si iscrive al Pci. Qualche anno dopo sposa Rodolfo Banfi, il figlio del suo professore, dal quale si separerà nei primi anni Sessanta.
Nel 1947 lascia l’impiego per diventare funzionaria di partito e il primo incarico della federazione milanese è quello di costituire l’Associazione per i rapporti culturali con l’Unione sovietica; nel 1949 fa parte della prima delegazione che si reca in Urss. Dal 1951 al 1963 dirige la Casa della Cultura, imprimendo una forte spinta modernizzatrice, si appassiona agli studi di storia dell’arte e dal 1954 collabora con il Centro di prevenzione e difesa sociale di Beria d’Argentine e Gino Martinoli.
Consigliera comunale a Milano, nel 1957 entra nella segreteria della federazione, è responsabile della commissione Enti locali; nel 1962 è inviata in Spagna in missione clandestina, allo scopo di organizzare un fronte antifascista. Eletta alla Camera nel 1963, in dicembre è chiamata a Roma per dirigere la Commissione culturale, una carica che conserva sino al 1965. Dopo il IX congresso nazionale del 1966 viene esclusa da ogni incarico dirigente.
Nel 1967 compie un viaggio a Cuba col suo compagno Karol Kewes Karol, un dissidente polacco giornalista e scrittore, dietro invito dell’intellettuale Carlos Franqui e visitano il paese assieme a Fidel Castro; nella primavera del 1968 è in Francia, dove segue le giornate del Maggio con Lucio Magri e Filippo Maone. Nel 1968 esprime dissenso per l’invasione sovietica della Cecoslovacchia e la posizione assunta dal Pci ma al congresso nazionale del 1969 è comunque rieletta al comitato centrale. Nel 1969 decide assieme a Lucio Magri, Luciana Castellina, Luigi Pintor, Aldo Natoli ed altri di fondare una rivista mensile, «il manifesto»: dopo tale iniziativa è espulsa dal Pci assieme ai suoi compagni.
Protagonista del passaggio de «il manifesto» da mensile a quotidiano, pubblica numerosi libri tra i quali, nel 2005, l’autobiografia La ragazza del secolo scorso.