Nasce a Isola del Liri (Frosinone) il 23 luglio 1922, primogenita di Giuseppina Marrazza, una donna cattolica proveniente da una famiglia di commercianti e di Antonio, un ingegnere agronomo di cultura libertaria. A causa delle perdite al gioco del padre, la famiglia subisce un tracollo economico e la perdita della casa: con le tre bambine si sposta tra Roma, Cannes (Francia) e Sanremo (Imperia), da un albergo all’altro, finché non fissa la residenza nella Capitale.
Mentre frequenta il Liceo classico Dante Alighieri, nel 1940 muore la madre. Nel 1942 aderisce al Pci clandestino e durante l’occupazione tedesca partecipa alla Resistenza prima come staffetta e poi come partigiana combattente, col nome “Anita”. In questi anni conosce Giorgio Amendola e il fratello Pietro, sposa quest’ultimo nel 1944 e nasce la figlia Giorgia; divorzieranno nel 1950 a San Marino.
Dopo la Liberazione si laurea in Lettere e Filosofia all’Università di Roma e il partito la invia a Napoli, dove lavora nella commissione femminile ed è tra le organizzatrici dei Treni della felicità in partenza dal capoluogo campano. Dal 1950 al 1956 è direttrice di «Noi Donne» e dal 1956 al 1961 del settimanale «Vie Nuove», al quale imprime una svolta riformatrice chiamando a collaborare Curzio Malaparte e Pier Paolo Pasolini; dal 1962 al 1968 è corrispondente de «l’Unità» a Parigi, dove segue la politica europea, le tematiche del Mercato comune e realizza interviste ai protagonisti della politica internazionale.
Nel 1968 è eletta alla Camera, fa parte della Commissione Esteri dedicandosi soprattutto all’analisi delle questioni asiatiche e africane. Con la pubblicazione del libro Lettere dall’interno del Pci, contenente le lettere inviate al filosofo francese Louis Althusser durante la campagna elettorale contenenti giudizi critici nei riguardi del partito, comincia una fase di contrasto con il Pci che sarà irreversibile.
Tra l’ottobre e il dicembre 1970 compie un viaggio in Cina con Alberto Jacoviello, un giornalista de «l’Unità» che sposerà nel 1976 e l’anno successivo pubblica Dalla Cina, un libro dove esprime simpatie per il maoismo e la Rivoluzione culturale. Alle elezioni politiche del 1972 il Pci decide di non candidarla e così si trasferisce in Francia. A Parigi dal 1972 al 1980 è docente di Sociologia politica all’Università Paris VIII-Vincennes, nel 1977 consegue il dottorato di ricerca in Scienze Politiche alla Sorbona. Studiosa di Gramsci, in questi anni è un’esponente di rilievo degli ambienti intellettuali parigini, con Sartre, Althusser, Malraux, Lacan. Nella convinzione che in Italia lo Stato e il Pci stiano attuando una repressione poliziesca del movimento studentesco, organizza un viaggio di protesta di un gruppo di intellettuali francesi a Bologna. È un’iniziativa che il Pci interpreta come una sfida e in ottobre è espulsa dal partito; una vicenda che ricostruisce nel 1978 nel volume Dopo Marx, aprile.
Nel 1979 è eletta al Parlamento europeo nelle liste del Partito radicale, lavora nella Commissione Giustizia per l’abolizione della pena di morte in Francia e aderisce al Gruppo di coordinamento tecnico e di difesa dei gruppi e dei deputati indipendenti. Nel 1980 è licenziata dall’Università Paris VIII-Vincennes, per incompatibilità con il mandato parlamentare. Nel 1982 si allontana dal Partito radicale per iscriversi al gruppo socialista e negli anni successivi si impegna nella Commissione d’inchiesta sulla condizione della donna in Europa. Contestualmente prosegue l’attività giornalistica, collaborando con quotidiani europei quali il «Corriere della Sera», «Le Monde» e «El Pais».
Nel 1992 il presidente francese Mitterrand le conferisce la Legion d’Onore e nello stesso anno incontra Papa Wojtyla, al quale dedica un libro che suscita polemiche per le valutazioni positive nei riguardi del pontefice e del cattolicesimo.
Tornata in Italia, negli anni Novanta abbandona il giornalismo per dedicarsi alla scrittura letteraria, con una serie di ricerche sulla storia della Napoli giacobina e sulle protagoniste femminili di quella stagione. Nel 1994 si candida ancora alle elezioni europee con la lista del Patto Segni ma non è eletta.
Nel 2000 pubblica l’autobiografia Duemila anni di felicità. Diario di un’eretica.
Muore a Roma il 15 aprile 2007.