Giovanni Vanni è, nel settembre del 1945, tra i fondatori di una delle sezioni della FIGC del suo paese, Mezzana, frazione del comune di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa.
Pur restando impegnato nella segreteria della Camera del Lavoro di San Giuliano Terme, Eugenio –questo il nome con cui il diarista racconta in terza persona di sé stesso – assume la presidenza della Croce Rossa Italiana (CRI) di Mezzana.
Successivamente corrispondente per «l’Unità», ne diviene poi responsabile per l’Ufficio diffusione e corrispondenza.
Tra la fine del 1950 e il 1951 è tra i fondatori e dirigenti della Camera del lavoro di Montopoli in Val D’Arno, in provincia di Pisa. Gli ottimi risultati raggiunti nell’arco di poco tempo lo portano a essere invitato alla fondazione di una Camera del lavoro anche nella vicina Castelfranco di Sotto. Da entrambe le cariche è poi esonerato al momento del cambiamento del Segretario della FIGC di Pisa.
Dal matrimonio con V.A. «la rossa», come viene chiamata nel diario la moglie, nasce Eleonora alla quale l’autore dedica spazio nello scritto.
Nel 1956 Giovanni Vanni è eletto Assessore all’industria, artigianato, agricoltura e Manifestazione pubblica.
«Con un certo rammarico, specie per il mancato riconoscimento» del suo lavoro, l’autore si dimette dalla Confesercenti, lascia la Giunta e il Consiglio comunale insieme a tutti gli incarichi politici di Montopoli non dimenticando comunque mai gli impegni del Partito e della propria sezione e «senza venire mai meno alle proprie idee».
Il «racconto» – come egli stesso lo definisce in apertura – ha come titolo Un impegno civile e politico da rispettare e fornisce la testimonianza delle attività politiche e sociali dalla fine della Seconda guerra mondiale fino alla metà degli anni Cinquanta (1945-1956) alle quali l’autore partecipa con passione e serietà. La memoria è quella di «un giovane, poi cresciuto, che ha creduto e dedicato tutto se stesso alla difesa dei piu’ deboli, per i suoi principi e per quelli del Partito in cui militava». I ricordi ruotano infatti intorno alla sua attività politica e sindacale: puntuali sono i riferimenti all’impegno all’interno delle Camere del lavoro della zona nella quale abita, alla lotta per la difesa dei diritti dei lavoratori e per il miglioramento dei contratti mezzadrili.
Ai racconti delle vicende locali, si affiancano poi le considerazioni sulla politica nazionale e su alcuni degli snodi storico-politici più significativi degli anni Quaranta-Cinquanta: centrali sono dunque, in tal senso, i paragrafi dedicati al referendum istituzionale che vede gli italiani, il 2 giugno 1946, scegliere tra Repubblica e Monarchia o il racconto dell’attentato a Palmiro Togliatti, «capo stimato ed apprezzato del PCI».