Giancarlo Sacchetti nasce nel 1951 a Castelfranco di Sopra da genitori valdarnesi, Giovacchino Sacchetti e Bruna Giuliani, casalinga.
La sua è una tradizionale famiglia contadina nella quale è netta la distinzione dei compiti tra uomini e donne e l’autorità patriarcale è insindacabile.
Nel 1954 i Sacchetti si trasferiscono da Reggiolo a Fabbrico, entrambe in provincia di Reggio Emilia e ancora, nel 1956, a Laterina Stazione (Pergine Valdarno) dove il padre è impiegato come manovale delle ferrovie dello Stato.
Qui Giancarlo viene iscritto all’Azione Cattolica e, nei momenti in cui non va a scuola, diffonde la rivista “Famiglia Cristiana” nelle case e fa il chierichetto, conseguendo il primo premio per studio e profitto nella Dottrina Cristiana nella parrocchia di Laterina.
Nel 1962 la famiglia si trasferisce a S. Giovanni Valdarno dove, nel 1965, nasce il fratello minore Andrea.
Dopo le scuole medie, Giancarlo frequenta l’Istituto Tecnico Commerciale, gioca a calcio nelle giovanili della San Giovannese nel ruolo di portiere, si fa crescere i capelli, impara a suonare la chitarra, aderisce al movimento beat e alla contestazione anarchica, collabora all’iniziativa cattolico-terzomondista di Emmaus e partecipa alle manifestazioni per il Vietnam.
Dal 1969, simpatizzante della neonata Lotta Continua, ne frequenta la sede di San Giovanni. Nel frattempo conosce Manuela, consegue il diploma di Ragioneria Perito Commerciale e inizia a svolgere i lavori più disparati, soprattutto in estate, come commesso di ferramenta, operaio nella centrale elettrica di Livorno e apprendista vetraio.
Tra il 1971 e il 1972 presta servizio militare di leva a Como e a Trento, operando, al contempo, anche nell’organizzazione antimilitarista.
Dal matrimonio con Manuela, nel gennaio del 1973, nasce a dicembre la prima figlia, Michela Libertaria.
Dopo essersi trasferito ad Arezzo, continua a riconoscersi negli ideali della sinistra antiautoritaria e nel movimento anarchico e si iscrive alla Facoltà di Scienze Politiche “Cesare Alfieri” di Firenze.
Svolge il lavoro di ispettore alle vendite nella ditta danese Tulip, da cui viene però ben presto licenziato. Da quel momento vive di lavori saltuari fino a che non ottiene un posto di impiegato presso le Scuole.
Milita nel cosiddetto movimento del ’77, inizia a collaborare al settimanale “Umanità Nova”, giornale della F.A.I. (Federazione Anarchica Italiana), alla quale ha intanto aderito e subisce condanne penali per affissione abusiva di manifesti.
Nel 1978 contribuisce a costituire, a livello nazionale, il Coordinamento Precari della Scuola. Tali azioni hanno però ripercussioni sul suo lavoro: il provveditore agli studi di Arezzo prende nei suoi confronti provvedimenti disciplinari per “scarso rendimento”, con la conseguente riduzione del quinto dello stipendio per sei mesi.
Ottiene, con il massimo dei voti, la Laurea in Scienze Politiche, indirizzo storico-politico. Pubblica diversi saggi di storia locale contemporanea e di storia del movimento operaio ottenendo la segnalazione della giuria del 20° Premio giornalistico Motta Editore.
Per due anni ottiene l’incarico di segretario generale della C.R.I-F.A. (Commissione di Relazioni dell’Internazionale di Federazioni Anarchiche).
Effettua viaggi in Spagna, a Parigi e nell’Europa dell’Est.
Vince un concorso da funzionario direttivo presso il Ministero del Tesoro e per sei mesi è pendolare tra Arezzo e Roma.
Nel 1986 diventa giornalista pubblicista, avviando collaborazioni con la stampa locale.
Partecipa a vari convegni-studio con relazioni in storia della dissidenza di sinistra. Pubblica, fra le altre, un inserto sul ventennale del ‘68 sulla “Gazzetta di Arezzo”; partecipa attivamente al movimento pacifista locale contro la Guerra del Golfo.