Nino De Amicis nasce il 28 aprile 1955 a Raiano, in provincia dell’Aquila.
Nove anni dopo la sua nascita si trasferisce con i genitori, i tre fratelli e la sorella a Torino, dove il padre ha trovato lavoro come operaio alla Bertone, pregiata carrozzeria che collabora con le più note case automobilistiche. Trovano alloggio in un quartiere di periferia, in un palazzo di recente costruzione dove vivono molti meridionali emigrati come loro. Quasi un terzo dello stipendio del padre se ne va per l’affitto, ma a poco a poco la famiglia riesce a concedersi qualche acquisto importante, come il frigorifero e la televisione. Non si spreca nulla: i cartoni di imballaggio dei due elettrodomestici vengono usati come armadi nella camera dei ragazzi.
Nonostante gli occasionali scontri con chi gli dà del terrone, Nino riesce a integrarsi bene nella sua nuova città, aiutato anche dal fatto che a scuola trova come compagni quasi esclusivamente figli di operai, come lui.
Studia con passione e nel 1973 si diploma in un istituto magistrale.
Intanto inizia a frequentare collettivi di estrema sinistra, in particolare i circoli anarchici e di Lotta Continua. Lui e i suoi compagni partecipano a varie vertenze sindacali e solidarizzano puntualmente con gli operai in sciopero che però, racconta Nino nella sua autobiografia, guardano con una certa ironia e curiosità questi strani giovani che indossano l’eskimo e abiti lisi. Nel 1977, pur non abbandonando i collettivi di sinistra, Nino prende le distanze dal progressivo aumento della violenza che caratterizza le loro manifestazioni.
Ottenuta l’abilitazione all’insegnamento inizia a lavorare come maestro elementare e, potendo finalmente godere di un po’ di stabilità economica, decide di iscriversi all’Università di Torino. Nel 1981 si laurea in materie letterarie e diventa professore di italiano alle scuole superiori.
Nel 1983 si sposa e dalla relazione nascono due figli, Enrico e Francesco.
Nel 2002 scrive la propria memoria, intitolata Terrone beat extraparlamentare, incentrata sul racconto dell’emigrazione della famiglia De Amicis a Torino e delle proprie esperienze politiche giovanili. L’anno successivo consegna il suo scritto all’Archivio Diaristico Nazionale.
L’autore vive tuttora in provincia di Torino.