Luigi Vidal nasce a San Vito al Tagliamento (PN) il 17 agosto 1934 in una famiglia contadina di umili condizioni. Il padre, nonostante abbia solo la terza elementare, legge molto: l’Unità, la Domenica del Corriere, Lotta Lavoro: trasmette l’amore per la letture al figlio, che non tarda a formarsi una propria coscienza critica.
Finita la scuola di avviamento al lavoro, Luigi inizia subito a lavorare nel mondo sindacale: nel 1950, appena quindicenne, entra negli uffici della Federmezzadri di Pordenone e Udine. Dopo pochi mesi passa quindi al Sindacato Tessili, dove difende i diritti dei lavoratori dei cotonifici.
Gli anni dello sviluppo industriale coincidono con un periodo di intense lotte sindacali e politiche. Nel 1953, in particolare, si impegna in quanto segretario della Federazione Giovanile Comunista Italiana nel contrasto della cosiddetta “legge truffa”, voluta dalla DC. Proprio nell’occasione di quella tornata elettorale ha l’occasione di avere a pranzo l’allora segretario della FGCI Enrico Berlinguer, con il quale stringe un rapporto di cordiale amicizia.
L’anno successivo Berlinguer lo inserisce in una delegazione di sei persone che devono recarsi in Ungheria in visita. Il paese, uno di quelli del “socialismo reale”, dà a Luigi una buona impressione. Questa buona impressione viene però incrinata proprio al momento della ripartenza: uno dei dirigenti del partito comunista magiaro, che ha fatto da guida durante il viaggio, li saluta frettolosamente, giustificandosi con il dire che deve andare in servizio di polizia perché ci sono sommosse e sabotaggi da sedare.
Nel 1961 si sposa con Maria Chiarotto. Dalla loro relazione nasceranno due figli: Stefano e Andrea.
Intanto l’attività sindacale e politica continua a tempo pieno: tra il 1957 e il 1972 è segretario provinciale del sindacato CGIL, mentre dal 1973 al 1981 è segretario provinciale del PCI.
Ricopre vari incarichi amministrativi, sempre tra le fila del Partito Comunista: consigliere comunale, due volte vicesindaco del comune di Cordenons, e tra il 1983 e il 1988 siede tra i banchi del consiglio regionale del Friuli Venezia-Giulia.
Raggiunta l’età della pensione si impegna nel volontariato, prima in forza allo SPI- CGIL, quindi nell’Auser provinciale e nel Circolo Anziani autogestito di Cordenons, del quale è tra i fondatori.
Muore nel 2015, all’età di ottant’anni. La sua memoria, scritta per la partecipazione al concorso LiberEtà, è arrivata all’Archivio Diaristico Nazionale nel 2004.