Italo Magno nasce a Manfredonia, in provincia di Foggia, nel 1945.
Nella sua memoria, scritta tra il 2007 e il 2008, è centrale la figura del padre Michele, che al momento della nascita del figlio è un attivista locale del PCI e il segretario della Camera di Commercio di Foggia.
Sin da bambino l’autore lo accompagna durante i comizi in giro per la Puglia, in una zona d’Italia a maggioranza democristiana, ed è testimone delle sue battaglie politiche, in particolare di quella per migliorare il sistema di assegnazioni delle case popolari nel foggiano.
Dal ’53 al ’72 il padre è deputato per quattro legislature consecutive nelle file del PCI. L’autore intanto frequenta le scuole e cresce, formando una propria sensibilità politica: le discussioni tra il padre e il figlio sono accese, con il primo più dialogante, votato al suo ruolo istituzionale, il secondo più impulsivo e radicale. Tra i vari momenti che l’autore ricorda come significativi troviamo la morte di Stalin, vissuta come un momento di vero e proprio lutto familiare, e il disorientamento provocato dalla Primavera di Praga.
Nel settembre del 1976 avviene un disastro ambientale che segna la vita della città di Manfredonia: 32 tonnellate di ossido di arsenico ricadono sulla città dopo essere fuoriuscite dalla locale fabbrica di prodotti chimici gestita dall’ANIC, all’epoca azienda petrolchimica controllata dell’ENI. Gli intossicati tra gli operai della fabbrica e i manfredoniani sono centinaia, mentre tutti i capi di bestiame della zona vengono abbattuti. Il padre, al momento dell’incidente sindaco della città, dopo aver gestito l’emergenza, si batte per la delocalizzazione dell’impianto, mentre i membri del PCI provinciale sono in maggioranza a favore del suo mantenimento nella sede attuale, per salvaguardare i posti di lavoro. Ne nasce uno scontro interno in cui l’autore si schiera dalla parte del padre, arrivando a inimicarsi i quadri del partito. Lo scontro si acuisce fino al 1979, anno in cui l’autore decide di uscire dal PCI.
Intanto ha completato gli studi e ha iniziato a lavorare come insegnante di materie letterarie; per oltre vent’anni tiene la carica di dirigente scolastico, mentre svolge attività di ricerca, studio e consulenza per l’Ufficio Scolastico Regionale di Puglia, occupandosi in particolare di questioni legate alla gestione delle disabilità. All’attività scolastica affianca quella di scrittore: tra i libri pubblicati, anche una biografia del padre Michele.
Nel 2009 la sua memoria, intitolata Di padre in figlio, ha raggiunto l’Archivio Diaristico Nazionale.