Eugenio Anzilotti nasce a Pisa l’8 maggio 1885, da una famiglia dell’alta borghesia. Laureato in giurisprudenza e amante delle letteratura e dell’arte, scrive diari lungo tutto l’arco della sua vita.
Al momento dello scoppio della Prima guerra mondiale è tra i giovani che scendono in piazza per chiedere l’entrata in guerra dell’Italia. Parte per il fronte nel 1915, come addetto al Comando della brigata Lazio, partecipando a numerose azioni di guerra sul Carso e guadagnandosi una Croce al merito.
Alla fine del conflitto lavora per il Ministero dell’Economia Nazionale, poi Ministero delle Corporazioni, ottenendo infine l’incarico di direttore generale presso il Ministero per il Commercio Estero. Viene messo a riposo nel 1943 per non aver voluto aderire alla Repubblica Sociale.
Sempre con un occhio attento alla vita del paese, nelle pagine del diario tenuto durante i primi mesi del dopoguerra emergono sia la soddisfazione per l’intensa partecipazione che gli italiani dimostrano alla politica, sia la preoccupazione per gli estremismi che stanno via via manifestandosi, in particolare intorno al referendum istituzionale del ’46. Nel luglio del ’46 è membro della delegazione italiana che partecipa alla Conferenza di pace di Parigi, dove lavora a fianco di Alcide De Gasperi.
Raggiunta l’età della pensione, partecipa a numerosi viaggi in Europa e in Italia, tutti annotati e descritti nelle pagine dei suoi diari. Muore nel 1972.
I diari di Eugenio Anzilotti, trentasei tra quaderni e agende di vario formato, sono stati consegnati all’Archivio Diaristico Nazionale nel 2000 dal figlio Antonello.