Flavia Coppola nasce nel 1920 a Popoli, comune di quasi cinquemila abitanti in provincia di Pescara, in Abruzzo.
Alla fine del 1950 si sposa a Milano, dove trascorre la vita con i suoi due figli.
Il suo diario, dal titolo Sul filo della memoria, è stato scritto tra il 1988 e il 1991 e copre i trenta anni che vanno dal 1930 al 1960. La memoria ripercorre il periodo della sua infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza trascorsi, come ricorda, lontani dal caos delle grandi città, in una cittadina di provincia. Alla vita privata e intima della protagonista, la testimonianza alterna importanti accadimenti storici e sociali italiani, dall’affermarsi del fascismo, agli eventi che precedettero la guerra in Africa per la conquista dell’Etiopia, alla Seconda guerra mondiale, al dopoguerra, sino all’assunzione, all’interno delle fabbriche, delle donne alle quali la diarista dà spesso voce raccontando il ruolo, in molti casi cruciale, da queste svolto nell’ambito della storia nazionale: è il caso, ad esempio, delle pagine che denunciano i «crimini commessi assieme tedeschi dentro e fuori le carceri con violenza raccapricciante anche verso le donne». Tra le numerose questioni affrontate nel diario vi sono anche la fondazione dell’«O.N.U. col compito di comporre le controversie internazionali con mezzi pacifici e la rinuncia a qualsiais misura di violenza e nel rispetto dell’indipendenza e sovranità degli Stati», le elezioni politiche, le tensioni nelle fabbriche.