Marcella Abatini nasce il 25 marzo 1920 a Roma in una famiglia di origini borghesi e repubblicane, ma trascorre l’infanzia e l’adolescenza a Perugia.
Dopo aver frequentato il primo anno di liceo classico, decide di orientare la sua formazione verso la scuola magistrale, presso la quale infatti consegue il diploma.
Per qualche anno lavora come segretaria nell’ufficio legale del padre, Alfredo Abatini, perseguitato politico dal quale la figlia eredita l’avversione nei confronti del regime e lo spiccato antifascismo che la portano a intervenire attivamente: con la sorella Lia, la diarista crea infatti, nel periodo della guerra, una rete di protezione per il padre che, negli anni successivi, è anche candidato repubblicano dell’Assemblea Costituente, costantemente seguito dalla figlia nel corso dei suoi comizi umbri.
Aderisce all’Unione Donne Italiane (UDI) e, seppur per un breve periodo, al Partito repubblicano italiano (Pri) all’interno del quale si occupa di gestire i gruppi e le attività di propaganda femminili. Ben presto, abbandona però la politica che non sente essere la sua strada.
Sposata con Pietro Biscossa si trasferisce in Lombardia, regione d’origine del marito, spostandosi, a seguito del lavoro di lui, prima a Salerno e poi a Padova. Nel corso della sua vita si dedica molto alla famiglia, ai suoi due figli maschi e ai tre nipoti.
Pur non definendosi una donna di cultura, legge e viaggia molto.
Marcella Abatini muore a Padova il 16 agosto 2013.
L’autobiografia di Abatini, dal titolo Lo scialle arancione, copre un arco cronologico che va dal 1920, anno della sua nascita, al 1951 e racconta, attraverso gli occhi di una bambina, i momenti cruciali della storia italiana di quei decenni tra i quali il fascismo, la guerra e il dopoguerra.