Bellezza e bruttezza sono in quel dopoguerra metri di misura per le donne, qualità che non hanno mai compromesso la statura di tanti uomini pubblici.
Le elette sono sottoposte ad una costante e umiliante valutazione di carattere estetico e di eleganza. Suddivise tra giovani e meno giovani, femminili e trascurate, tra belle, brutte e bruttissime. Sugli scranni parlamentari e sulla stampa le deputate più giovani e avvenenti vengono presto definite Miss Montecitorio mentre alcune sono dileggiate e fatte oggetto di scherno per le deboli virtù fisiche. Classificate e separate secondo i canoni della bellezza e della bruttezza, sulle prime si sussurra alludendo a leggerezza morale e incompetenza, sulle seconde, comuniste soprattutto, si utilizza il vecchio ma sempre efficace stereotipo della virago, della militante rozza e poco curata mentre le cattoliche sono prese di mira per la presunta eccessiva moralità, oltre che per la scarsa avvenenza.
La denigrazione dell’immagine delle parlamentari è comunque incessante, spesso volgare, e mira a far giungere all’opinione pubblica la totale discrasia tra le donne che impegnate in politica e la “femminilità”. La svalutazione e la eccezionalità dei corpi indica il distacco, se non l’estraneità, rispetto alle “altre”, ne deriva che le elette sono lontane dalla grande massa delle elettrici ma nelle democrazie, estraneità e distacco contrastano con la qualità della rappresentanza.
Valutazioni e classificazioni estetiche alle quali gli uomini politici sono raramente sottoposti.
La donna nell’arena politica era considerata un elemento di arredo, una sorta di ornamento che poteva donare un tocco di eleganza e di armoniosità.
In alcuni casi, la debole avvenenza fisica si connette alla bestialità o all’animalità, categorie storicamente usate nella definizione di dominati e dominanti. La bruttezza può sconfinare in caratteri degenerativi, quali appunto la bestialità o l’animalità che, nel caso del genere femminile, rimanda all’indissoluto e all’illecito.
Forme animali sono assunte anche dagli eletti ma, se si escludono rari casi, il messaggio emblematizza amplificandole diverbi ed alleanze, gerarchie, coppie oppositive presenti nel panorama politico, oppure, perspicacia e capacità d’inganno.
Talvolta i richiami ai connotati fisici si accompagnano alla inadeguatezza che trova quale privilegiato medium espressivo l’infantilizzazione, l’ignoranza, la rozzezza.