Settembre 1961/agosto 1962
Ho iniziato la scuola professionale dove avrei dovuto, dopo un anno, conseguire un diploma che mi avrebbe permesso una carriera “negli uffici”. Inutile dire che mi sono presentata in classe quasi a marcia indietro.
Ho preso contatto con le nuove materie: stenografia, dattilografia, contabilità, fisica, chimica, diritto, inglese e lettere, e le immancabili economia domestica e ginnastica. Ben presto mi sono accorta che per stenografare bisognava essere rapide, la mia scrittura già di per sé angolosa non mi permetteva di fare dei ghirigori riconoscibili, di conseguenza ero lentissima e non riuscivo a rileggermi. La dattilografia, anche se la macchina da scrivere mi divertiva, il più delle volte mi impigliavo le dita nei tasti. La contabilità, pazienza bisognava utilizzare il dare e l’avere, ma non sapevo mai chi dava e chi aveva. La fisica, anche se cercavo di interessarmi a tale materia c’era sempre qualche cosa che mi sfuggiva. L’inglese, continuavo nei suoi confronti a considerarla una lingua straniera. Il diritto, anche tale materia mi piaceva e studiavo con cura riuscivo a mala pena od ottenere la media. L’economia domestica, specie all’epoca era tutta come fare la spesa, come organizzare il guardaroba (una gonna all’anno basta, potete invece avere due camicette…. Alla faccia…) però almeno in quella
riuscivo, ma sai che carriera potevo fare con quella. In quanto a ginnastica visto che dava punti solo se si era bravi, allora… Rimanevano lettere e chimica. Ho fatto un’analisi della situazione e per avere almeno la media dovevo buttarmi su qualche materia in modo da ottenere il massimo dei voti.