Antonio Saccaro nasce il 13 aprile 1929 a Canicattì, in provincia di Agrigento.
Nel 1946 si iscrive alla Sezione “Fronte della Gioventù” e l’anno seguente alla Federterra, federazione in difesa dei braccianti agricoli e dei coloni partecipando all’occupazione delle terre del suo territorio, ricco – come racconta nella sua breve memoria – «di vasti e numerosi feudi in possesso della signoria e borghesia canicattinese».
Il 21 dicembre 1947 partecipa poi alle manifestazioni di protesta per il lavoro.
Rientrato dal servizio militare, nel 1951 viene eletto Segretario della Lega braccianti proseguendo le lotte per il lavoro, per l’indennità di disoccupazione e per gli assegni familiari.
Nel 1958, all’età di 29 anni, diviene Segretario della Camera del Lavoro.
Antonio Saccaro viene diverse volte denunciato per essersi opposto allo scioglimento delle manifestazioni, in alcune di queste occasioni trattenuto in camera di sicurezza e, in un caso anche processato nella Pretura di Canicattì: nel maggio 1958 è condannato a venti giorni di reclusione e 30.000 lire di multa (condanna, scrive, poi sospesa).
Durante le campagne elettorali di cui racconta, dal 1935 al 2003, organizza comizi sostenendo le attività del Partito Comunista Italiano nei quartieri della sua città presso cui, per tre mandati consecutivi, è eletto Consigliere comunale, svolgendo il suo compito, racconta, con «impegno ed assiduità».
Negli ultimi anni, a seguito delle «mutazioni politiche nazionali», si iscrive nel partito dei democratici di sinistra.