Mauro Colzi nasce il 15 dicembre 1928.
Da bambino è balilla e più avanti moschettiere.
Consegue il diploma di quinta elementare.
In gioventù lavora come garzone all’interno di numerosi negozi, viene assunto in qualità di operaio in un lanificio, è manovale addetto alla costruzione di un ponte nel dopoguerra e successivamente, per quasi un anno, insieme ad altri italiani, è operaio volontario addetto al caricamento, spostamento e riordinamento di munizioni della Quinta Armata Americana, mansione che riesce a mantenere a seguito della falsificazione della data di nascita con la complicità, come ricorda, di un addetto interno.
La memoria che sente il desiderio di comporre all’età di 73 anni, nel 2002 – e che nello stesso anno consegna all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano –, ripercorre la storia d’Italia: quel passato «specchio di un popolo e di una nazione», come scrive nelle prime pagine del diario.
Appassionato di storia – «la mia grande passione e sempre stata quella di leggere la storia e i fatti di guerra visti da più parti e pensieri» –, Mauro Colzi commenta i principali accadimenti storici e sociali da lui vissuti, dai primi anni del Novecento, con cenni anche al secolo precedente, sino al momento in cui scrive, nel 2002, giungendo sino al racconto dell’attentato delle Torri Gemelle.