Maria Teresa Gizzi nasce nel 1930 a Ceprano, in provincia di Frosinone.
Frequenta l’Università La Sapienza di Roma, interrompendo però gli studi prima di raggiungere la laurea.
È amministratrice delegata dell’azienda di famiglia.
Il 21 aprile 1953 sposa Mario Sassano con il quale, dopo il matrimonio, lascia la Ciociaria per trasferirsi a Roma. L’allontanamento dalla terra natia non le impedisce di fare ricerca storica sul suo paese d’origine, raccontandone le vicende poi raccolte nel volume di cui è autrice e per il quale, ancora oggi, è ricordata: La frontiera di Ceprano ne ripercorre infatti la storia, dall’Homo Cepranensis agli anni Sessanta del Novecento, ed è un testo particolarmente valido e significativo per la ricostruzione delle vicende locali.
La testimonianza che però l’autrice consegna all’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano è La mia Ciociaria, composto nel 2000. La memoria copre un arco cronologico piuttosto ampio, dal 1930 all’anno della scrittura, e racconta della sua infanzia e giovinezza, ricostruendo il quadro familiare e sociale inserito nel contesto della Seconda guerra mondiale, della ricostruzione, del boom economico e dei decenni successivi. Suddividendo gli eventi a seconda delle quattro stagioni, ella si fa testimone delle tradizioni, delle feste, delle fiere, dei profumi del paese e dei suoi antichi mestieri, come il vasaio e il cenciaro che passava a ritirare gli abiti vecchi. Convinta della centralità del ricordo, privato e collettivo, ella scrive: «Chi non ha memoria di luoghi e non ha cose e persone da ricordare, con intensità, è incapace di comprendere e amare la vita. Al contrario chi si abbandona alla demolizione di tutto il passato tagliando le proprie radici culturali e spirituali, s’incammina verso il relativismo, la banalità, l’annientamento dei valori».