Iva Frediani nasce nel 1905 a Buti, comune di poco più di cinquemila abitanti in provincia di Pisa, in Toscana.
Dopo aver conseguito la licenza tecnica, lavora come magliaia.
Nella sua memoria, dal titolo Il sole e le spighe, ripercorre gli anni dal 1905 al 1946 raccontando, con grande dolore e difficoltà, le persecuzioni subìte nel periodo fascista, i dolorosi giorni in cui la famiglia viene informata, nel 1924, della morte di un familiare esule in Francia. Il diario si conclude con la descrizione di alcuni momenti cruciali della storia d’Italia: le vicende politiche del 1946, i festeggiamenti per la nuova Repubblica e per il voto del 2 giugno.
«Ognuno di noi avrebbe una storia da raccontare, però più gli anni passano e più la storia è sempre più lunga e talvolta più dolorosa», scrive dopo gli appunti sui felici momenti del 1946, tra la notizia degli esiti del referendum e le bandiere tricolori alla finestra. Spinta dalla nipote a scrivere i suoi ricordi su pezzetti di carta, Iva Frediani riflette sull’affetto ricevuto, sperando che chiunque, nel mondo, possa riceverne altrettanto. Sottolinea dunque l’importanza del racconto: «Basti raccontare le guerre passate e poi, la terribile dittatura fascista chi l’ha provata ne sa qualche cosa…nella mia memoria ha lasciato un grande ingombro, per tutta la vita…Quando ripenso a tutto, non faccio che ripetere come ho fatto a sopportare tutto, eppure sono ancora viva a raccontare tante tante cose…».