Ricordo che del ’51, il primo anno che ho partecipato alla Festa dell’Unità, c’era il compagno Renato Costetti. Io non conoscevo nessuno e Caselli mi lascia in uno stand e mi dice: “Dopo arrivo!”. Passa un po’ di tempo, ma lui non arrivava mai. Si gira questo compagno Costetti e mi dice: “Tu sei la fidanzata di Caselli, se vieni ti accompagno da lui”. Spero di ricordarmi bene: eravamo all’entrata della porta di Santa Francesca Romana, ricordo che avevano fatto un quadrato di legno – un metro per un metro – e poi, con una bandiera del Partito avevano fatto una sacca e tutta la gente che entrava alla festa lasciava un’offerta. C’erano dieci mila lire di offerte! erano tante, poi si è alzato un vento così forte che eravamo in difficoltà a tenere fermi quei soldi. Quando c’è stato il cambio dei compagni, dico a Caselli: “Siamo sicuri che questi soldi non vadano smarriti, perché sono tanti”. Io non ricordavo di averne mai visti così tanti. Lui mi rispose che noi avevamo fatto il nostro lavoro con coscienza e tranquillità.