Battistina Paganini nasce il 23 aprile 1932 a Codigoro, nella frazione di Caprile, in provincia di Biella.
Terza di cinque fratelli, trascorre la prima parte della sua vita in famiglia, in abitazioni con due sole stanze: «a quei tempi non ci si pensava perché era così per tutti, non c’era libertà, intimità», scrive.
Tra i primi ricordi presenti nel diario ci sono il trasferimento del padre ad Asmara, in Africa, dove rimarrà per sette mesi, il pestaggio del genitore da parte dei fascisti, nel 1938, e la sua partenza per il fronte tra il 1941 e il 1942, avvenimento, quest’ultimo, che gli permette di ricevere sussidi utili per la famiglia e sanare così alcuni debiti contratti in precedenza. Di quel periodo, che Paganini dice di ricordare perfettamente, scrive di voler «solo crescere per esser contro questo maledetto regime fascista».
Nel 1946, a quattordici anni, è assunta dall’azienda Sbregavalle, e prosegue, al contempo, anche il lavoro già avviato in agricoltura, così da aiutare i genitori.
Il 1947 è l’anno in cui ha avvio la sua attività politica con l’iscrizione al Partito Socialista. Nel 1949 fonda la sezione delle donne, diventandone responsabile e, nello stesso anno, partecipa al primo congresso del Partito Socialista.
Nel giugno del 1950 conosce Romualdo Caselli, suo futuro marito, con il quale avrà un fidanzamento «movimentato» a causa delle problematiche legali e processuali che caratterizzano la sua vita, all’insegna di scioperi, riunioni e assemblee tra le fila del Partito Socialista Italiano, del Partito Comunista Italiano e infine del Partito Democratico.