C’era l’usanza, forse retaggio dell’era fascista, di premiare con nastrini colorati che chiamavamo “coccardine” i risultati parziali tra una pagella e l’altra: i colori erano vari e ognuno rappresentava un comportamento; condotta, studio, ubbidienza, ecc. Il conferimento avveniva attraverso una piccola cerimonia intima in aula con il premiando in piedi vicino alla cattedra e tutti gli altri in piedi, quasi a conferire un onore alle armi E il premiato si sentiva orgoglioso e importante.
Ma attenzione, c’erano anche le cerimonie di degradamento e sentire che la spilla da balia che sorreggeva la coccardina ti veniva staccata ti dava tristezza, ma anche stimolo a ricominciare, permettendoti di capire dove avevi sbagliato, senza che intervenisse il genitore o il consiglio di classe per fartelo capire, come succede in modo del tutto sbagliato oggi.