L’anno scolastico si concluse con la promozione di Pinuccio in seconda. Ma prima che ricominciasse la scuola, la zia Carmela, la sorella di papà che viveva a Catania, ci fece sapere che sarebbe stata disposta a ospitare mio fratello a casa sua per l’anno successivo. Mamma accettò la proposta. Non c’erano alternative. Nessuno, né su iniziativa singola né con finalità istituzionali, pensava alla nostra famiglia. Durante il funerale tanti personaggi avevano parlato, parlato… Quei signori avevano reso omaggio a papà con tante parole, celebrandone l’impegno e il sacrificio. Avevano promesso, anzi assicurato, sostegno alla vedova e ai piccoli orfani. Ma da loro nulla arrivò mai. Perciò la proposta della zia Carmela era da prendere in considerazione. Forse Pinuccio, lontano dal nostro ambiente, avrebbe riacquistato un po’ di serenità e in casa ci sarebbe stata una bocca in meno da sfamare. Nell’ottobre del 1947 mio fratello si trasferì a Catania, dove frequentò la seconda elementare. Diventò la mascotte di casa: gli zii e i loro figli lo colmavano di affetto, circondandolo di calore familiare. Sebbene adulti, i cugini giocavano e scherzavano con Pinuccio, che così riusciva a distrarsi e a vivere una vita normale. Mamma fu sempre grata alla zia per esserci stata vicina in quel momento