Ecco perché allo studio dedicavo tutte le mie energie e mai mi sentivo pienamente soddisfatta dei miei successi. Era una gara frenetica con me stessa e aveva anche lo scopo, di certo non secondario, di gratificare la mamma. Almeno in questo…! Volevo sempre primeggiare sulle compagne di scuola e ricevere le lodi della mia insegnante. Mi inorgogliva tanto essere chiamata a dimostrare la capacità professionale della mia maestra, Maria Bonaviri, durante le rituali visite del direttore didattico. Insieme alla mia compagna Natalina, ero una delle poche (la mia era una classe di sole femmine) che
conosceva alla perfezione tutte le tabelline e le numerazioni “a salire e a scendere”. Era su me e Natalina che la maestra contava per far bella figura. Ed erano nostri i quaderni di bella copia che le facevano guadagnare i complimenti del suo superiore.