Nazzareno Penta, diplomato geometra e impiegato presso il Comune di Roma, nasce a Roma l’11 febbraio 1945 da una famiglia modesta di cui racconta nel suo diario. La madre è una giovane marchigiana che incontra il padre, contadino reatino, successivamente impiegato al Ministero delle Finanze, a Roma. Ben presto il padre di Nazzareno è però richiamato alle armi e inviato in Albania. Dopo un anno nasce la prima figlia della coppia, ma, dopo l’8 settembre, il padre viene fatto prigioniero: riesce a fuggire e nel febbraio del 1944 rientra in Italia dove viene congedato.
I racconti che seguono, pienamente inseriti nel contesto storico e sociale degli anni e dei decenni successivi alla Seconda guerra mondiale, raccontano l’impegno dei genitori per l’acquisizione di una casa a Roma, nel quartiere di Montesacro, dove il giovane diarista trascorre la sua infanzia e adolescenza con i due fratelli. La famiglia Penta vive in una delle case popolari di Viale Jonio, abitate da operai, impiegati e artigiani, circondate dalle prestigiose nuove costruzioni dedicate alla borghesia emergente: «Le case di Viale Jonio, invece, seppur piccole ma dignitose erano assolutamente calme, quasi signorili, ma pur sempre popolari! E papà guardava più all’altro confine del Tufello, quello appunto verso Cittagiardino, vero mito abitativo per quei tempi (anni 30; un po’ come potrebbe essere l’Axa oggi».
Divenuto adulto inizieranno le prime incomprensioni con il padre, che poi morirà a causa di una grave malattia, trent’anni prima della madre.
Nazzareno si sposerà due volte: dal primo matrimonio (2 maggio 1970) avrà tre figli, Emanuele, Lorenzo ed Eleonora; dopo il divorzio, convolerà a nozze una seconda volta, il 4 novembre 1999.
Il diario di Nazzareno alterna i ricordi in un ordine non cronologico perché il passato, scrive, va vissuto come «un solco arato e lasciato aperto». Agli episodi della sua vita privata e a quella dei suoi genitori si alternano dunque le memorie degli anni Cinquanta e Sessanta, della lambretta acquistata a metà con un parente e delle vacanze sull’Adriatico.
Ormai da diversi anni si è trasferito a Monterotondo, 15 chilometri fuori Roma, per sfuggire al caos cittadino.