A scuola mi trovo bene. I miei compagni quasi tutti figli di immigrati, provengono da tutte le regioni d’Italia e la scuola, anche allora, era occasione di incontro e di socializzazione, nonostante le rigidità che la riforma del ’64 non aveva eliminato del tutto. In fondo si respira un’aria interclassista: siamo tutti figli di operai, ma c’è anche il figlio di un custode di fabbrica e anche un rampollo di padroncino, con cui peraltro giochiamo a pallone tutti insieme appena schizzati fuori dalle aule.