Anna Maria Marucelli e Franco Leo si scambiano la loro prima lettera nel luglio del 1940. Lei, nata a Firenze nel 1912, è una insegnante elementare che lavora a Roma; lui, nato a Milano nel 1913, è un perito e progettista radiotecnico che, insofferente alla vita di ufficio, si arruola come volontario nell’esercito ed è schierato sul fronte nord africano col grado di tenente. Anna Maria è una madrina di guerra: scrive lettere ai soldati italiani al fronte per tener loro su il morale.
Dopo le prime diffidenze nasce tra loro una bella amicizia, tanto che Anna, per il giovane soldato, diventa la figura di riferimento più importante assieme alla madre. Il fiume di lettere non si interrompe neanche dopo che Franco viene fatto prigioniero dagli inglesi e inviato al campo di prigionia di Yol, in India. Anzi, è proprio a questo punto che le lettere iniziano a farsi sempre più intime e affettuose.
I due così continuano a scriversi ininterrottamente fino alla fine del 1946, nonostante le consegne a singhiozzo, nonostante la censura, nonostante gran parte delle lettere si smarrisca per strada.
Il tono delle missive ci restituisce il diverso carattere di Franco ed Anna. Lui rude, schietto, a volte quasi rozzo, ma ironico ed onesto nel raccontare la vita da prigioniero, oltre che orgogliosamente fascista e anti-inglese. Lei, che ha vissuto la guerra civile e le difficoltà della vita di tutti i giorni, è più compassata e pratica nella sua visione della vita.
La fine della guerra non fa altro che rimarcare i loro diversi punti di vista: Oggi bisogna solo pensare a ricostruire, a riparare tutto il malfatto, scrive Anna; Franco invece, che ha vissuto quasi sei anni come prigioniero, è ancora più cristallizzato nelle sue posizioni.
Nel dicembre del 1946, dopo due rocamboleschi tentativi di fuga, avviene finalmente l’agognata liberazione di Franco e il primo incontro tra i due giovani. L’amore, nato letteralmente tra le righe, prende finalmente forma: i due si sposano ad Assisi nel 1948 e si stabiliscono definitivamente a Milano.
Trascorrono una vita serena, dedicandosi al lavoro e ai figli, Daniela e Gianluigi. Franco muore nel 1984, Anna Maria nel 2005.
Il loro epistolario è stato consegnato all’Archivio Diaristico Nazionale nel 2012 dalla figlia Daniela. Vincitore del Premio Pieve, è stato pubblicato dall’editore Terre di Mezzo nel 2014 con il titolo Scrivimi molto e a lungo.