Calabrese di Soriano (VV), Salvatore Fortunato Pisani nasce all’inizio degli anni venti in una famiglia che si barcamena tra il commercio di pellami e l’antico, nobile mestiere dell’apicoltura. Salvatore apprende i segreti di quest’arte, che alla raccolta del miele affianca il lavoro della cereria di pregio. Intanto imperversa il fascismo, e il giovane vive il contrasto tra l’educazione balilla e l’insofferenza verso i soprusi dei fanatici sostenitori del duce. Uno di questi, mai nominato se non con l’epiteto di “Marionetta”, darà il titolo a una raccolta di memorie politiche depositata presso l’Archivio dei diari.
Nel 1942 Pisani è chiamato in guerra e parte per il fronte nordafricano: sarà fatto prigioniero dagli alleati in Tunisia e verrà mandato a Norfolk, in Nord Carolina, per scontare la detenzione. Durante la prigionia si emancipa dal pensiero fascista in cui – come tutti – è cresciuto, e comincia a interessarsi ai temi dell’uguaglianza sociale cari alla sinistra.
Nel 1945, al termine della guerra, è liberato e può far ritorno al suo paese. Quel che trova è desolante: la piccola impresa di pellami è fallita, le api quasi del tutto perdute. Si getta con lena nel recupero degli alveari, dei “bugni” che conduce da Soriano a Tropea insieme al resto della famiglia, che si trasferisce nel paesino tirrenico. Al contempo si iscrive al PCI e comincia una stagione di grande impegno in vista del referendum istituzionale. Il rendez-vous con la Marionetta avviene durante un comizio degli avversari, i filomonarchici: quando questi lo provoca, continuando a proclamarsi fascista e squadrista, Pisani gli sferra un pugno che potrebbe costargli caro. Il maresciallo, per sua fortuna, mette tutto a tacere.
Negli anni seguenti Salvatore diventa un vero esperto di apicoltura e gira il mondo per illustrare, in convegni dedicati, le sue innovazioni nel settore. La politica resterà un grande amore, cui dedicarsi con la consapevolezza di “aver già vissuto la stagione migliore”.